
Un appartamento all’interno di un storico palazzo torinese è stato completamente ristrutturato dando particolare risalto alla zona giorno, trasformata in un unico grande ambiente multifunzionale. Tutto all’insegna della contemporaneità.
A firmare l’intervento di ristrutturazione di questo appartamento all’ultimo piano di un palazzo anni Trenta affacciato sul Parco del Valentino, è stato lo studio torinese Lsb architetti associati in collaborazione con lo studio Grosso Nutini. In fase di progetto sono subito emerse le esigenze dichiaratamente funzionali da parte dei committenti, una giovane coppia con due bambini: creare un grande ambiente nella zona giorno da poter sfruttare nei vari momenti della giornata e rendere particolarmente robuste le finiture.
«La necessità di rendere robuste le finiture, a causa della presenza di un animale domestico e di due bambini vivaci, ha orientato le scelte progettuali verso materiali resistenti quali il ferro naturale e il cemento a vista e ha determinato l’eliminazione di ogni elemento facilmente deteriorabile». Studio LSB Associati
Queste due priorità hanno orientato le scelte progettuali degli architetti che in primis hanno stravolto la distribuzione degli spazi interni. Lo stato di fatto in origine era caratterizzato da ambienti chiusi e dal taglio poco innovativo: un ingresso-vestibolo, camere da letto di piccole dimensioni, cucina e bagni relegati in spazi ridotti e angusti. A partire dalla necessità di rendere il grande salone l’elemento intorno a cui far ruotare la vita dell’intera famiglia, è stata abbattuta una serie di pareti e, in una parte di quello che originariamente era il locale adibito a soggiorno, è stata creata la camera padronale con un bagno privato.

La zona giorno ha recuperato così l’affaccio diretto sulla cucina a vista e l’accesso al grande terrazzo che si snoda lungo il lato nord dell’appartamento. «Così – spiega l’architetto Luca Pugno dello studio Lsb – si è venuto a creare un ambiente dove accogliere, cucinare, incontrare, studiare e riposarsi. Uno spazio in connessione fluida con l’esterno e filtrato, per mezzo di vestiboli attrezzati, con le camere da letto».

Dal soggiorno si accede tramite una porta raso muro alla prima zona notte, quella padronale, attrezzata con una cabina armadio e un bagno completamente vetrato, che diventa un elemento-filtro di servizio e di accesso alla camera. Un piccolo corridoio affacciato sulla zona d’ingresso conduce a un’altra zona dell’abitazione dove sono stati ricavati una seconda camera, uno studio e due bagni di pertinenza. Seppure lo stato di fatto presentasse una massiccia presenza di tavolati non portanti e facilmente gestibili, in fase di demolizione dei tramezzi è stato rinvenuto un pilastro portante proprio di fronte all’entrata.

Da qui l’idea dei progettisti di evidenziarlo riportandolo al suo materiale originario, il cemento armato, e mantenendone a vista anche le imperfezioni quali gli inerti e i ferri. Un secondo vincolo è stato quello di riscontrare all’interno dell’abitazione una sola colonna di scarico per i bagni. Considerato che i proprietari non volevano attrezzare il bagno più lontano (quello della camera padronale) con un sistema Sanitrit «si è scelto, con una spesa di poco maggiore, di rialzare l’intero alloggio di un gradino rispetto alla bussola d’entrata facendo diventare questa variante un’occasione per isolare acusticamente e termicamente l’alloggio rispetto a quello sottostante».

Non da ultimo si è presa in considerazione la richiesta dei commettenti riguardo le finiture di pavimenti e rivestimenti. Dovevano essere particolarmente robuste e non facilmente deteriorabili. Gli architetti hanno proposto l’impiego di materiali resistenti ma contemporaneamente naturali quali il legno teak, il ferro cerato e il cemento faccia a vista.

Tutti materiali essenziali e funzionali all’obiettivo di valorizzare «la continuità degli ambienti attraverso suddivisioni minime e aprire il più possibile le prospettive di ogni ambiente verso il terrazzo a nord, verso la collina a est e le alpi a ovest».

In tutto questo è stata fondamentale la collaborazione con l’azienda Fissore Ceramiche che ha supportato il cliente nella scelta dei materiali e di alcuni arredi, lavorando anche in stretto contatto con lo studio Lsb.

Carla Fissore, che, come co-titolare dell’azienda, ha seguito personalmente questo progetto, ha sottolineato l’importanza di queste sinergie che ricoprono un ruolo fondamentale sia per il cliente che per il progettista. A fare da sfondo a questa ricerca così accurata e consapevole dei materiali la scelta del bianco per tutte le pareti che è servita ad amplificare ulteriormente la luminosità degli ambienti e a rendere protagonisti gli arredi di design scelti personalmente dagli stessi proprietari.