
Negli ultimi tempi le imprese della distribuzione hanno vissuto un periodo contrastato. Dopo dieci anni di profonda crisi, nel 2019 iniziavano a manifestarsi i primi segnali di un’inversione di tendenza. La possibilità di una ripresa sembrava a portata di mano quando la pandemia ha assestato un colpo durissimo all’economia, rimettendo tutto in discussione.
Le aspettative suscitate dal Superbonus 110% sono state confermate, in positivo come in negativo. Il provvedimento ha risollevato l’intero settore e, nonostante un’eccessiva burocratizzazione, ha garantito quasi tre anni di lavoro redditizio. Purtroppo, i troppi cambiamenti delle regole operati in corsa hanno comportato notevoli difficoltà a imprese e committenti.
Numerose imprese, in particolare, non sono riuscite a monetizzare tutti i loro crediti, molti dei quali risultano ancora “incagliati” e quindi difficilmente esigibili. Le ripercussioni sui distributori dipendono dall’esposizione nei confronti dei clienti, ma complessivamente il periodo del superbonus ha in qualche modo ripagato delle sofferenze patite durante la crisi precedente.

Qualcosa è cambiato anche dal punto di vista della clientela. I privati che intraprendono lavori in proprio sono ogni giorno di più. Si tratta generalmente di clienti che sanno quello che vogliono, che entrano nei punti vendita già molto informati rispetto alle caratteristiche e alle prestazioni dei prodotti e, soprattutto, che non scendono a compromessi sulla qualità.
Pnrr a macchia di leopardo
Questa novità è un fatto positivo, soprattutto considerando la situazione del mercato che, con la fuoriuscita dal superbonus, è entrato in fase calante. Nella provincia di Reggio Calabria – dove opera l’azienda di cui sono contitolare – i risultati del 2024 sono generalmente in linea con quelli del 2023.
Le opportunità offerte dai progetti finanziati dal Pnrr sono interessanti per i distributori, ma non sono uniformemente ripartite sul territorio nazionale. Le realtà che hanno potuto partecipare stanno lavorando molto: si tratta soprattutto di aziende attive in zone del paese in cui le amministrazioni sono più strutturate e sono quindi riuscite a spendere i fondi disponibili.
Purtroppo, ci sono altre zone – ad esempio la nostra provincia – in cui i progetti del Pnrr non erano previsti o non sono stati avviati in quantità. Poiché la conclusione del Pnrr è fissata entro il 2026, le opportunità sono ormai praticamente nulle in quanto i lavori avviati non potrebbero essere completati entro quel termine, quindi le amministrazioni hanno rinunciato a completare gli iter di approvazione.
Attualmente, quindi, la situazione del mercato è molto differenziata fra le varie zone geografiche. Le anomalie che hanno caratterizzato il passato recente e che caratterizzano il presente – superbonus e Pnrr – si esauriranno nell’arco di questo e del prossimo anno. Il periodo di assestamento, che alcune aree del paese stanno già affrontando, restituirà una situazione oggi molto difficile da prevedere.
Bonus da migliorare
L’ultima Legge di Bilancio ha prolungato la durata delle detrazioni fiscali, introducendo un calendario esteso fino al 2027 che prevede la progressiva decrescita delle aliquote. In cambio della stabilità del provvedimento, che permetterà la programmazione dei lavori su un arco temporale più ampio, lo Stato ridurrà il proprio impegno economico a sostegno delle opere di ristrutturazione, riqualificazione energetica e sicurezza antisismica.
Personalmente ritengo che gli incentivi statali non siano determinanti per l’andamento del mercato. Sicuramente potranno ancora costituire uno stimolo per alcuni committenti, ma l’esperienza del superbonus ha reso evidenti le incertezze connesse a questo tipo di operazioni che, a tutti gli effetti, sono un vero e proprio investimento in cui una delle parti in causa può cambiare le regole per tutti.
Sconto in fattura e cessione del credito tentavano di rimediare al principale problema delle detrazioni fiscali – come trovare il capitale iniziale – senza però risolverlo. Le continue modifiche in corsa per limitare gli effetti hanno sortito gli esiti che conosciamo. Se, al contrario, l’accesso al superbonus fosse stato sottoposto a un nulla osta preventivo, con ogni probabilità molti dei progetti rimasti in sospeso sarebbero già stati completati.

Il periodo interlocutorio che stiamo vivendo offre l’occasione per proporre soluzioni più efficaci rispetto ai bonus attuali, basate su regole semplici, chiare e soprattutto stabili, che permettano ai cittadini di rinnovare e rendere più efficienti e sicure le proprie abitazioni, agli operatori del settore di lavorare in condizioni di certezza degli impegni assunti e allo Stato di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione decisi in sede europea.
Un impegno che continua
In conclusione, la mia personale opinione circa cosa riserva il prossimo futuro al mondo della distribuzione è decisamente ottimista. Sono fiducioso: ritengo che nella grande maggioranza dei casi i distributori abbiamo raggiunto un buon livello di maturità. Sicuramente dovremo compiere qualche sacrificio, ma non sarebbe la prima volta e, in ogni caso, fa parte delle “regole del gioco”.
L’edilizia italiana del futuro continuerà l’opera di adeguamento e miglioramento del patrimonio costruito nazionale. Le varie tipologie di intervento sull’esistente resteranno trainanti per il mercato che, in prospettiva, sarà sempre più orientato verso interventi di qualità, in grado di valorizzare ogni singolo progetto.
In questo scenario la distribuzione continuerà a consolidare la propria centralità, puntando sull’innovazione di prodotto e sulla sostenibilità dei processi costruttivi, sulla capacità di dialogare con clienti, imprese e professionisti per soddisfare le più diverse esigenze, attraverso il giusto mix di design, tecnologia e funzionalità. Se continueremo a fare il nostro lavoro con l’impegno che ci ha sempre distinto, ogni traguardo sarà a portata di mano.