La vie en rose dell'edilizia

Capitane Coraggiose 2025 | Silvia Ricci

L’inclusione è un vantaggio per qualsiasi genere, non solo quello femminile – ha dichiarato Silvia Ricci, consigliere delegato Ricci spa e presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Assimpredil Ance -, e sarebbe necessario intraprendere progetti che riguardino le condizioni di vita di ciascun lavoratore per favorirne il più possibile un miglioramento: da un lato con un importante welfare garantito dal nostro Contratto Nazionale del settore edile e dall’altro con sistemi incentivanti per la genitorialità.

Per fare questo è necessario intervenire a livello di welfare aziendale promuovendo un bilanciamento concreto e un migliore equilibrio della persona per consentire crescita nella vita professionale e in quella vita privata. Come azienda (Ricci spa, ndr) teniamo molto a trasmettere un senso di appartenenza e di famiglia soprattutto attraverso la nostra propensione e volontà di ascolto delle esigenze personali di ogni dipendente. Le soddisfazioni più grandi arrivano da progetti in cui tutti i dipendenti si sentono uniti e rappresentati dai valori aziendali. Promuoviamo, inoltre, iniziative di gruppo e attività rivolte alla riscoperta dei valori artistici come, ad esempio, la partecipazione a spettacoli teatrali per le famiglie dei nostri dipendenti.

Per supportare e incentivare la presenza femminile nell’imprenditoria edile, soprattutto quella delle giovani donne, è fondamentale investire nella formazione. Durante i quattro anni del mio mandato come presidente del Gruppo Giovani di Assimpredil Ance, assieme agli organismi bilaterali e agli organismi sindacali abbiamo lavorato proprio sul dialogo con i giovani. In questo senso è nato il progetto Giovani Percorsi Edili, che consiste nell’intervento di imprenditori e funzionari sindacali nelle scuole, per raccontare e trasmettere la passione per il nostro settore. Personalmente mi reco spesso nelle scuole e invito i ragazzi e le ragazze a venire nei nostri cantieri, organizzando visite ad hoc con classi e docenti.

Il problema è però a monte, determinato dalla carenza di ragazze che decidono di intraprendere la carriera Stem. Come indicato anche nel report Radar di SWG di metà gennaio, è necessario prima di tutto un salto culturale: il 50% degli italiani non ha mai sentito di parlare del mondo Stem e il 61% crede che sia un percorso non adatto alle donne. Una cultura del lavoro più inclusiva, anche per le giovani donne, parte dallo scardinamento di questi stereotipi.

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