La direttiva europea sui pagamenti della Pubblica amministrazione, 2011/7/Ue, recepita in Italia con il decreto Legislativo 192/2012, in vigore dal 1° gennaio 2013, che fissa a 30 giorni il termine per i pagamenti nelle transazioni commerciali rimane in larga misura disattesa. I tempi di pagamento registrati sui nuovi contratti, ai quali si applica la direttiva, sono 2 o 3 volte superiori a quelli fissati dall’Unione europea; ai debiti arretrati degli scorsi anni si stanno già sommando quelli causati al mancato rispetto della recente normativa. Dai dati elaborati dell’Osservatorio di Confartigianato, soltanto il 13,4 per cento degli imprenditori rileva che i tempi di pagamento della Pa si sono accorciati, il 68,7 per cento li considera invariati, il 17,9 per cento segnala che si sono addirittura allungati. La normativa presenta lacune, al punto che l’Italia rischia di subire da parte della commissione Ue una procedura di infrazione sull’attuazione della “direttiva pagamenti” per mancato rispetto delle norme Ue. È il settore dell’edilizia quello in cui i debiti della Pa provocano i danni maggiori alle imprese,con tempi di liquidazione da record e la “palma” di settore industriale peggio pagato d’Italia che spetta alle costruzioni. Gli edili sono tra gli imprenditori costretti ad aspettare più a lungo il saldo di una fattura. L’anno scorso l’Ance, (Associazione nazionale costruttori edili), ha calcolato che in media le imprese hanno dovuto aspettare 226 giorni per ottenere il pagamento dei lavori eseguiti. Numeri soltanto in teoria destinati a ridursi a un massimo di 30-60 giorni con le nuove regole della direttiva europea.