L’evoluzione di una città si vede anche da come si trasformano nel tempo i suoi spazi e le sue attività: a Firenze, per esempio, un cocktail bar all’interno di un palazzo nella zona dell’Oltrarno, poco distante dalla riva del fiume, ha preso il posto di una vecchia rimessa per le barche che, a sua volta, aveva ospitato un’officina dove si lavorava la lana, un tiratoio. Ed è proprio dalla sua origine che prende nome il locale, Piazza del Tiratoio.
Nonostante il tempo e i cambi di destinazione d’uso, la struttura ha conservato intatti i soffitti a volte e la pianta squadrata, scandita da più campate. Per i progettisti dello studio Afsa che si sono occupati della ristrutturazione, Antonio Acocella e Pietro Seghi, era importante non stravolgere l’aspetto originario ma, al contrario, cercare di mantenere il più possibile l’impronta di una volta e di lasciarla bene in vista.
Dall’esterno, infatti, una zona filtro fa da giardino d’inverno e lascia intravedere, grazie a una struttura vetrata, gli interni e l’arcata. Al momento dell’intervento lo spazio era completamente vuoto, senza vincoli o partizioni strutturali che potessero limitare il nuovo progetto.
I muri, con i lori inevitabili segni del tempo, sono stati risanati e poi lasciati a vista, senza coprirli con accessori e rivestimenti ma solo tinteggiati in due colori. Una scelta decisa per richiamare il passato storico del locale, come spiegano i progettisti «tinteggiature a calce, terracotta nera e ottone spazzolato garantiscono un’atmosfera accogliente e delicata che accompagna i clienti nei sapori della miscelazione senza sopraffarli».
La vetrata d’ingresso è centinata, con infissi in metallo scuro progettati per aprirsi facilmente verso l’esterno ed eliminare la barriera tra interni ed esterni. Data la pianta lunga e stretta, il nuovo progetto ha scelto di sottolineare questa spinta verso la longitudinalità con strategiche soluzioni: sul culmine della volta, per esempio, è lasciato bene in vista il tubo in acciaio che racchiude gli impianti tecnici e il sistema di termoregolazione, creando una sorta di lunga spina dorsale.
Anche gli arredi seguono questa linearità, il bancone corre lungo tutta la parete e così come la panca che fa da seduta sulla parete opposta. Davanti al bancone una fila di sgabelli, una serie di tavolini e le luci che pendono schierate dal soffitto non fanno che accentuare questo senso di profondità del locale.
L’ampio bancone domina lo spazio ed è posizionato proprio davanti all’ingresso, soluzione ideale per accogliere i clienti appena varcata la soglia. La sua struttura, rivestita in listelli di cotto si prolunga oltre l’area interna e, grazie a una vetrata scorrevole, si trasforma da piano d’appoggio a bancone esterno. La parete dietro il bancone è accessoriata con una parete attrezzata a bar e una serie di ripiani. I servizi igienici e i locali accessori sono celati da una parete retroilluminata che diventa contenitore espositivo e fa da sfondo luminoso al locale.