Lunga due metri, la “Panchina per per chi ha una casa e per chi non ce l’ha”si caratterizza per i due poggiabraccio dalle molteplici funzioni poggia/testa e per uno leggero pannello mobile montato sullo schienale che, all’occorrenza, diventa un utile riparo dal sole o dagli agenti atmosferici.
La creazione di Stefano Boeri Interiors fa parte del progetto Gentle-Touch of Re-Waste di Rossana Orlandi e si propone come simbolo di inclusione e accoglienza.
Un progetto dal valore simbolico
Il progetto di Boeri ha un profondo valore simbolico: la panchina vuole essere una casa per chi non ha una casa, per chi senza fissa dimora e possa trovare in questo oggetto la sua sistemazione momentanea nel mondo.
Come sottolinea l’architetto Boeri: «La panchina è pensata per accogliere la sosta e il riposo dei camminatori urbani, ma anche – grazie alle due sponde laterali che diventano poggia/testa e al pannello mobile che può fungere da riparo dalla pioggia (e dal sole) – come luogo protetto notturno per chi non ha una casa».