
A due passi da Trinità dei Monti e Piazza Barberini, in quella che è la zona della città che forse più di ogni altra racconta la sontuosità e gli antichi fasti della Capitale, l’architetto Serena Romanò ha recuperato un appartamento dall’atmosfera ancora intatta, con i soffitti in legno, i muri in pietra e gli affreschi alle pareti.

Ma se l’atmosfera sembrava non aver subito i segni dei tempi, così non era per le strutture e gli impianti. Era necessaria una ristrutturazione che potesse dare una rinfrescata all’appartamento e renderlo più attuale.

Nell’appartamento originale, l’asse centrale del corridoio distribuiva gli ambienti. Non erano previste grandi differenze nelle misure del locali e le due zone, giorno e notte, erano poco evidenziate. Nel nuovo progetto il lungo corridoio viene eliminato e, al suo posto, si ingrandisce il soggiorno e si ricavano un bagno e un guardaroba. Il living e la cucina diventano attigui e la zona notte si concentra in un lato della casa.

L’architetto ha disegnato una casa dalla distribuzione più fluida, con ambienti organizzati secondo le esigenze dei nuovi proprietari, «prevedendo in 90 mq – come spiega lei stessa – due camere da letto con bagni e cabina armadio annessi, un piccolo bagno ospiti, un living e una cucina-pranzo collegata al soggiorno attraverso un varco esistente.

«Per il recupero architettonico di questo appartamento mi sono posta l’obiettivo di mantenere vivo il fascino antico della struttura in legno dei soffitti, della pietra delle murature portanti e, soprattutto riportare, alla luce gli affreschi ritrovati durante le lavorazioni di pulizia delle vecchie vernici delle pareti». Serena Romanò, Architetto
Il progetto quindi ha aperto lo spazio quanto più possibile, rendendo periferica soltanto la zona notte rispetto alla zona giorno». L’architetto Romanò è intervenuto soprattutto sull’asse centrale del corridoio che, nella pianta originale, distribuiva i vari ambienti. Eliminandolo e trasformandolo parzialmente in nuovi vani, tutti gli ambienti si sono ampliati ed è stata possibile creare una separazione tra le due principali zone funzionali.

L’architetto è stato affiancato dall’impresa edile di Carlo Petrilli che racconta come «l’intervento abbia investito tutto l’appartamento, stravolgendo completamente l’assetto iniziale. La casa versava in cattive condizioni strutturali e di mal conservazione di intonaci, pavimenti, soffitti e infissi.

Il nostro obiettivo è stato proprio quello di preservare l’entità storica dell’immobile quanto più possibile, migliorandone l’assetto strutturale con interventi mirati alla conservazione». l legno dei soffitti andava risanato, così come la pietra delle murature portanti realizzate con la tecnica “a sacco” e, soprattutto, era necessario riportare alla luce gli antichi affreschi scoperti sotto strati di vecchia vernice.

IUn tempo, per decorare le case patrizie, venivano realizzati affreschi che rappresentavano marmi pregiati e qui, in questa casa, adornavano gli imbotti delle finestre e le pareti. Nella scelta dei materiali sono stati privilegiati quelli tradizionali, come il legno, scelto per la pavimentazione di cui purtroppo erano rimaste solo poche assi recuperabili. L’architetto Romanò ha posato un’essenza di rovere avena prodotta dall’azienda Berti e rivenduta da Sica Italiana Ceramiche, trattata a olio e spazzolata con effetto rustico per richiamare le vecchie superfici.

Si è cercato, in particolare, di scegliere sempre nuovi materiali all’interno di produzioni provenienti dalla tradizione e produzione esclusivamente italiana. Tradizione e storia anche nella scelta gli arredi: la progettista ha ricercato gli stessi pezzi che provenivano direttamente dall’ appartamento, abbandonati dopo la vendita dei precedenti proprietari. Una ricerca attenta che ha portato a recuperare, per esempio, vecchie poltroncine anni ’60, rifoderate nei vivaci toni del rosso e del turchese, una cassettiera e un tavolino creato con una ringhiera in metallo. E ancora, un mobile tv rivestito da un vecchio specchio inutilizzato. Il tutto recuperato e trasformato per una nuova vita.

Infine, la luce: la progettazione del sistema di illuminazione ha armonizzato tutto l’insieme : «Linee essenziali e luce studiata nel dettaglio illuminano e animano tutti gli elementi storici amalgamati con i nuovi interventi della ristrutturazione, rendendo ancor più ricercato il design del restyling».
Il produttore
L’ESSENZA DEL LEGNO

Come pavimentazione, in questa casa è stato scelto uno dei prodotti di punta dell’azienda Berti: un parquet rovere avena oliato spazzolato ad effetto rustico. «La filosofia Berti è semplice e allo stesso tempo solida e stratificata. Proprio come il legno, la materia che amiamo, lavoriamo e trasformiamo da tre generazioni. In ogni pavimento o parquet, destinato all’appartamento o una aristocratica dimora storica – ne abbiamo arredate tante – mettiamo tutta la nostra profonda conoscenza delle essenze e il sapere artigianale delle nostre maestranze, coltivando la capacità di innovare nelle lavorazioni e nel design. E, non da ultimo, scegliendo solo materia prima proveniente da foreste controllate e ripopolate periodicamente». Matteo Berti, titolare azienda Berti
Il distributore
UN’ATTENZIONE AI PRODOTTI E AZIENDE ITALIANE

In questo intervento, l’architetto Romanò si è rivolta al rivenditore di materiali edili Sica Italiana Ceramiche, azienda presente sul mercato dal 1977. «Un approccio dinamico al mercato e una grande attenzione all’evoluzione delle tecniche costruttive con l’impiego di nuovi materiali ci consentono di realizzare progetti responsabili, sostenibili e di grande impatto estetico. In quest’ultimo intervento, per esempio, abbiamo attivato con la progettista una sinergia professionale molto intensa, impostata su una interessante ricerca di materiali pregiati e di nicchia e affinato la ricerca su aziende esclusivamente italiane». Raffaella Santolini, titolare Sica Italiana Ceramiche
L’imprenditore edile
UN RESTAYLING CONSERVATIVO

«Il nostro obiettivo è stato proprio quello di preservare l’entità storica dell’immobile quanto più possibile, migliorandone l’assetto strutturale con interventi mirati alla conservazione e restauro del bene. La conservazione è stato il nostro vincolo fondamentale». Carlo Petrilli, titolare impresa edile Edil Art