Progettate da Giuseppe Todaro Architect, Lerossetorri sono il segno tangibile della volontà del progettista di riformulare l’identità dell’ambiente urbano in cui queste si inseriscono, in una realtà territoriale in cui l’espansione urbana è stata “affidata” all’edilizia speculativa.
«Nell’area oggetto dell’intervento era presente una serie di tensioni fra elementi variegati, tipici di una realtà marginale, e in più incombeva la presenza della Caserma Militare con la sua Torre d’acqua – spiega il progettista-. Le costruzioni limitrofe navigavano attorno a questo grande spazio orizzontale della Caserma, dove il muro di recinzione sottolineava la presenza di un limite invalicabile e la Torre d’acqua era l’unico gesto verticale. Il grande vuoto recintato fungeva da sfondo alle edificazioni che si scontravano con la forza del grande serbatoio. Volere dare, o meglio riuscire a riformulare, un’identità urbana di un contesto, nel quale gli abitanti si muovono senza riferimenti, senza sentirsi appartenere ad una precisa realtà, è l’obiettivo principale al quale si cerca di dare una risposta chiara e leggibile».
«L’edificio di abitazione, nelle città siciliane, presenta un’aberrazione procedurale e una ripetizione tipologico-formale che porta a essere scettici sulla possibilità di costruire un’immagine dignitosa della città. Per tale ragione si è mirato a un progetto che vuole essere manifesto di una nuova generazione di professionisti che non si vogliono arrendere alle quotidiane difficoltà dell’esercizio professionale tout court». Giuseppe Todaro
Partendo, dunque, dalla lettura dello stato di fatto e dall’analisi del luogo è stata tracciata la direzione principale del progetto ed evidenziato le connessioni, il rapporto sfondo figura e l’identità urbana, come punti chiave. Così, senza prescindere dalle prescrizioni del Prg che prevedeva l’allungamento della strada che costeggia la Caserma per dividere il sito di progetto in due aree, sono stati concepiti due edifici che avessero la funzione di porta e cerniera d’interconnessione urbana. I due edifici «vogliono essere due segni nel territorio trapanese – continua l’architetto Todaro – che con la loro presenza mettono in luce quella volontà dell’atto progettuale, in un contesto che nell’ultimo ventennio non è stato in grado di acquisire una forma architettonica degna, che abbia un pensiero etico corretto e una ragione del fare città».
«Tutto ciò è stato risolto con delle scelte ben precise: semplicità formale, uso del colore per accentuare la presenza urbana, recinto come limite fra pubblico e privato, linguaggio architettonico difforme dal contesto e accurata lettura del luogo per sintetizzare e risolvere le situazioni più complesse che ruotano attorno ad esso. Gli edifici vogliono essere due emergenze, due punti di riferimento dell’area nella quale sorgono, e occupano lo spazio in profondità appropriandosene».
L’immagine esterna è lineare, l’uso dei balconi è limitato, i cavedi sono stati utilizzati per l’allocazione degli impianti, gli infissi sono dotati di sistemi di oscuranti interni e, anche nei confronti del lotto con numerose giaciture Lerossetorri costituiscono un atto di semplificazione.
«Si tratta di una semplicità complessa fatta da volumi semplici che, nelle loro articolazioni e relazioni, diventano protagonisti della scena urbana. I due volumi compressi fra due Torri e attraversati da una strada diventano sistema e comunicano la loro presenza dando forma e riconoscibilità al luogo. Il colorediventa progetto, infatti, definisce una voluta scomposizione formale – corpo scala rosso, solai grigi, parapetti rosa e blocco abitato bianco – e accentua la riconoscibilità del luogo nel tessuto urbano, tangibile anche attraverso la lettura dall’alto della città, favorita dalle possibilità di risalita sul monte Erice sia per via carrabile che funivia. Tutto vuole essere essenziale, dai colori dei volumi ai colori dei solai e dei balconi che identificano le loro rispettive funzioni e rendono riconoscibile lo spazio».
«Il colore viene utilizzato come strumento di identificazione formale delle diverse parti, vuole essere sintomo del desiderio di innovazione di questa città e diventa strumento di comunicazione del progetto nel territorio. Dal confronto con la Torre d’acqua prendono spunto le due torri rosse. La scritta “LEROSSITORRI”, in negativo sui rispettivi recinti dei due edifici comunica e divulga ai fruitoridello spazio, attraverso l’associazione del nome all’immagine costruita, l’intenzione urbana. Gli edifici fanno parte dell’immaginario cittadino e il loro segno facilmente riconoscibile si afferma come landmark urbano».